Scompaiono dodici linee ferroviarie piemontesi, per la Regione una questione di costi e ricavi




Print Friendly, PDF & Email

In un periodo di tagli e riduzioni di spesa, i primi settori dove si operano drastici interventi di contenimento di bilancio sono sempre la sanità e i trasporti. E proprio in Piemonte, regione ferroviariamente parlando molto ricca, questa politica di “spending review” ha comportato la soppressione e sostituzione con bus a partire da domenica 17 giugno di ben dodici linee ferroviarie.
Nella decisione di tagliare i fondi al trasporto pubblico locale, la Regione Piemonte guidata da Roberto Cota non ha fatto appunto mancare una motivazione ufficiale ovviamente di tipo economico. Per l’amministrazione regionale, che in questi mesi aveva condotto un’indagine conoscitiva dell’affluenza, le linee erano ormai largamente sottoutilizzate e lo squilibrio tra costi d’esercizio e ricavi era ormai al di sopra di ogni sostenibilità. Complice anche il prezzo a catalogo dei servizi previsti nel Contratto di Servizio stipulato con Trenitalia, che sulle linee a minor traffico invoglia alla sostituzione del servizi con bus.
“La Giunta regionale sta studiando una razionalizzazione del sistema di trasporto ferroviario – ha spiegato l’assessore regionale ai Trasporti, Barbara Bonino – e le linee ferroviarie dove i ricavi rappresentano meno dell’8% del costo di mantenimento del servizio saranno eliminate e sostituite con corse automobilistiche”.
E questi gli effetti dello studio, dal 17 giugno viene interrotto, ufficialmente fino all’8 dicembre ma praticamente sine die, l’esercizio ferroviario di ben 12 linee storiche, Alba-Asti, Alba-Alessandria, Asti-Casale-Mortara, Cuneo-Mondovì,Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Casale-Vercelli, Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Chivasso-Asti, Ceva-Ormea, con un ‘risparmio’ per le casse regionali di oltre 11 milioni di euro, a fronte dei soli 3 milioni che verranno spesi per la gestione dei servizi bus sostitutivi, a carico peraltro delle amministrazioni provinciali.
Eppure la stessa giunta regionale aveva annunciato, sempre nelle scorse settimane, l’intenzione di mettere a gara nel prossimo futuro i servizi ferroviari, incluse le dodici linee ‘potate’. Sarà interessante capire come si comporteranno i principali protagonisti, Regione e FS, proprio su quest’ultimo obiettivo. Se con la sostituzione dei treni con bus queste linee verranno ‘opportunamente’ stralciate dai bandi di gara, oppure rimarrà l’onere ad RFI di mantenerle efficienti, visto che alcune tratte svolgono tutt’ora comunque un servizio merci grazie ai privati, per un successivo affidamento a chi otterrà la gestione del servizio passeggeri.
Non ultima l’intenzione della Regione di procedere all’affidamento diretto della gestione di alcune tratte soppresse, si vocifera della Alessandria-Ovada e della Pinerolo-Torre Pellice, al di fuori del contratto di servizio e magari ad un nuovo operatore privato. “Per costruire un modello di trasporto pubblico innovativo aperto alla collaborazione con privati capaci di sperimentare soluzioni più funzionali e meno onerose per il pubblico – spiega la Bonino – in grado di erogare un servizio ferroviario o misto ferro-gomma flessibile”
Tutti passaggi interessanti per il futuro, da seguire con attenzione.
Unica sopravvissuta alla potatura, nonostante fosse stata inserita nel primo elenco di tagli, la linea tra Novara e Varallo, dove verrà avviato un progetto sperimentale, con la soppressione delle corse bus parallele alla ferrovia e la realizzazione di un sistema integrato treno+bus per collegare le diverse località della Valsesia. I nuovi servizi integrati dovrebbero entrare in funzione con l’orario invernale di dicembre.
Ancora una voce di corridoio, ma senza nessuna conferma ufficiale, il probabile provvisorio ritorno dei treni dal mese di settembre solamente sulla Pinerolo-Torre Pellice.

Il 14 giugno Giuseppe Mondelli ha ripercorso alcune di queste linee piemontesi tra le Langhe e il Monferrato, patrimonio comune del nostro paese e caratterizzate da una bellezza paesaggistica notevole, riportando osservazioni e riflessioni su questo angolo ferroviario destinato a scomparire.
“Nella stazione di Castagnole delle Lanze, pur mancando ancora alcuni giorni alla soppressione dei treni, si respira aria di chiusura, sia da parte dei cittadini che stanno raccogliendo le firme per fare cambiare idea alla Regione Piemonte che dei pochi viaggiatori che aspettano il treno R10264, ultimo treno della giornata visto che gli altri sono stati soppressi e sostituiti da Bus già da numerosi giorni prima della definitiva chiusura, che li porterà ad Alessandria. Anche da parte del personale di terra e di bordo ci sono grosse preoccupazioni per il loro prossimo futuro.
L’Aln663 parte da Castagnole in perfetto orario per dirigersi verso la meta finale di Alessandria. In quasi tutte le fermate è vivace il movimento viaggiatori, con passeggeri che scendono e salgono specialmente nella stazione di Nizza Monferrato, dove una decina di persone si sono aggiunte a quelle già presenti a bordo. Dopo Nizza Monferrato sull’Aln si conta circa una trentina di persone, con le quali giungiamo in perfetto orario ad Alessandria.
Il paesaggio che attraversa il treno è spettacolare, in mezzo a colline piene di vigneti. Un paesaggio così meriterebbe una maggiore promozione, incentivando un turismo più ‘slow’ da effettuare con il treno”. 

Peccato che dal 17 giugno non sarà più possibile, in attesa di una decisione , ma soprattutto di adeguati fondi che riportino i treni lungo le valli e le pianure piemontesi, sui binari crescerà l’erba.

Shortlink: