Forum del Trasporto pubblico locale, nodi da sciogliere e sfide future




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Foto Gabriele Nicastro

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Gabriele Nicastro

Investire sul trasporto pubblico locale, una priorità per garantire il diritto di mobilità ai milioni di pendolari italiani e che necessità di un impegno economico forte, quantificato dall’AD del Gruppo FS Italiane Mauro Moretti in “3 miliardi di euro”.
Intervenendo nel corso del Forum promosso dalle FS su “Trasporto pubblico locale – Nodi da sciogliere e sfide future”, il numero uno di Villa Patrizi ha voluto evidenziare come per il trasporto ferroviario pendolare “c’è un problema di risorse disponibili. Non si può più continuare a dire che si può fare, quello che la gente desidera, senza avere a disposizione le risorse adeguate. Non possiamo continuare a fare servizi se ci sono dei clienti collettivi che pensano di pagarci in 2 anni” ha riaffermato Moretti riferendosi ai contratti con le Regioni. “Quei servizi potremmo anche lasciarli ad altri – ha aggiunto sottolineando che – i pagamenti devono essere certi e nei tempi previsti dal contratto di servizi”. Ad oggi infatti Trenitalia come ha precisato Vincenzo Soprano, Ad di Trenitalia “vanta crediti per 1,350 miliardi di euro nei confronti delle Regioni, di cui oltre la metà, 688 milioni, scaduti”, precisando che lo scaduto sui contratti di servizio è più che raddoppiato in tre anni.
Naturalmente l’attenzione di Moretti si è focalizzata sul confronto con quanto accade negli altri Paesi europei. In particolare, per quanto riguarda i ricavi da traffico nel trasporto ferroviario pendolare, nel 2012 Fs ha ricevuto 13 centesimi per passeggero/km (di cui 11,5 dallo Stato e 5,7 dai cittadini), contro i 18,5 centesimi di euro della Germania (Deutsche Bahn) e i 24,5 centesimi della Francia (Sncf). Inoltre “è abbastanza curioso che nel trasporto bus extraurbano – ha osservato Moretti – ci siano incassi molto più alti che nel treno (17,2 centesimi per passeggero chilometro), cosa che rappresenta un caso unico al mondo”. Inoltre, lo Stato italiano destina al trasporto ferroviario regionale 34,7 euro per ogni abitante, contro i 65 della Francia e i 51 della Germania. I 3 miliardi messi da Fs in autofinanziamento nel trasporto pendolare, ha detto Moretti, “sono una quantità enorme di soldi e può dare un grande sollievo alla situazione dei pendolari. Ma non basta, ce ne vogliono altri 3 e chiediamo un contributo alle autorità pubbliche. Possibile – ha concluso Moretti – che non si riesca a tirare fuori 500-600 milioni all’anno in cinque anni per reperire ulteriori 3 miliardi per rinnovare completamente al flotta? Vorrei che fosse possibile”.
Per intervenire sulle principali problematiche riscontrate (criticità infrastrutturali, affollamento ed equilibrio tra domanda e offerta, intermodalità e integrazione tariffaria tra vettori, rinnovamento del parco rotabile), il Gruppo Fs Italiane sta predisponendo modelli di offerta coerenti con le reali e differenziate esigenze della domanda, evitando inutili duplicazioni di servizi ed esaltando le potenzialità dei singoli vettori, attraverso una loro razionale integrazione. Una sfida per innovare il trasporto locale all’interno di un percorso di risanamento e riorganizzazione importante e al consolidamento dei risultati raggiunti come il miglioramento della puntualità e della pulizia e ai nuovi traguardi, contenuti nel Piano Industriale 2014–2017. Si sono comunque create le premesse per investimenti che, per consistenza e qualità, non hanno precedenti in epoche recenti.
Per il vice presidente di Confindustria Aurelio Regina Il trasporto pubblico locale “sconta una carenza di risorse che deriva da un sottodimensionamento dei finanziamenti di derivazione statale, da una loro irrazionale distribuzione e, non da ultimo, da un carente utilizzo dello strumento tariffario”, avvertendo che in questo clima “è difficile che un’impresa, sia pubblica che privata, investa in questo settore e sostenga un servizio con gli standard richiesti. Le imprese dei trasporti operano nella mancanza di pianificazione negli investimenti, tariffe ingiustificatamente basse che non vengano compensate da trasferimenti pubblici, incertezza nei pagamenti”.
Si è basato su tre obiettivi, valutare concorrenza, competenza e accesso a gare, invece l’intervento dell presidente dell’autorità per i trasporti, Andrea Camanzi. “Siamo al lavoro per risolvere le asimmetrie informative tra chi gestisce un servizio che ha tutte le informazioni possibili e chi deve entrare con un’offerta efficiente in una gara nel settore del trasporto che non ne ha nessuna. Stiamo lavorando per costruire una piattaforma per raccogliere informazioni, è un processo lungo e complicato ma sono ottimista. Senza un’autorità regolatoria indipendente è più difficile fare politiche pubbliche, garantire un uso efficiente delle risorse pubbliche e sviluppare tecnologie innovative.
Camanzi ha poi illustrato i punti della strategia della sua autorità: “la verifica del rispetto delle competenze tra locale e nazionale, l’identificazione dei mercati rilevanti e delle imprese che qui occupano posizioni dominanti, l’accesso alle essential facility, le infrastrutture principali, e la valutazione delle condizioni dei nuovi entranti, perchè non dobbiamo solo capire come gestire le gare ma fare in modo che siano efficienti e chi entra rappresenti un passo avanti, così che la concorrenza sia uno stimolo a fare meglio”.
A conclusione della giornata il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, che ha indicato come “bisogna vincere la sfida nei prossimi tre anni. Il Governo ha dato a Fs un mandato e noi riteniamo che il lavoro svolto in questi anni per risanare l’azienda sia stato svolto molto bene. Fs ha vinto una grande sfida, anche perchè nel settore Av il mercato si è aperto, e la concorrenza ha dimostrato che anche un’impresa pubblica può fare bene”.
“Il tema della liberalizzazione è fondamentale – ha proseguito Lupi – e col quarto pacchetto ferroviario, e sotto il semestre UE di presidenza italiana, andremo a definirlo per avere regole certe per tutti. Se nell’alta velocità siamo gli unici che hanno liberalizzato, sul locale la Germania è aperta, mentre la Francia non mi sembra sia un campione di liberalizzazione. Non è possibile che l’Europa sia aperta solo in un paese e mezzo”.
Infine a proposito dell’ipotesi di tagli nel settore dei trasporti con la spending review il ministro ha tenuto a precisare che “sarebbe un errore capitale andare a tagliare lì. Dobbiamo riorganizzare l’offerta e razionalizzare le risorse ma in un’ottica di efficienza. Pensare che solo con l’aumento delle tariffe si possa recuperare l’inefficienza sarebbe un errore”.

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