IL SETTIMANALE – VIDEO – Furti di rame in ferrovia, fenomeno criminale in preoccupante crescita




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Il fenomeno dei furti di rame, che colpisce in particolar modo le infrastrutture ferroviarie, ha raggiunto in questi ultimi anni dei livelli preoccupanti creando ingenti danni e disagi all’utenza.
Per le sue caratteristiche infatti è un materiale molto richiesto: ottimo conduttore, resistente alla corrosione, facilmente lavorabile e riciclabile.
Il problema principale del furto di rame, rimane comunque arrestare chi compie il dolo. A causa delle dimensioni delle linee ferroviarie e della velocità con cui viene asportato il materiale, in venti minuti si possono portare via dai 20 ai 40 Kg di oro rosso, ed è sempre molto difficoltoso intervenire in tempo reale.
Per far fronte a questa emergenza è stato istituito, presso il dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’interno l’osservatorio nazionale sui furti di rame, le cui proposte hanno portato al D.L. n. 93 del 14 agosto 2013 con il quale è stato disposto l’aumento della pena sia per chi compie il furto sia per i ricettatori. Ma l’efficacia del provvedimento è abbastanza dubbia. Infatti per quanto riguarda i ricettatori rimane comunque difficile dimostrare la conoscenza o la conoscibilità della provenienza del rame, mentre il reato di furto di cose destinate a pubblico servizio in cui rientrano ferrovie o linee telefoniche era già precedentemente punito dai commi dell’articolo 625 del codice penale.
Sul mercato nero 1 kg di rame vale da 3,5€ ai 5€, quando sul mercato regolare il prezzo va da 6€ a 7,5€, all’oscillazione dei prezzi corrisponde una oscillazione dei furti che coinvolge sia la piccola che la grande criminalità. Si sospetta infatti che la malavita organizzata arrivi a spostare camion con carichi di rame dal valore di 100.000€.
Le ferrovie risultano le più colpite perché rispetto alle linee elettriche di Enel è più basso il rischio di rimanere folgorati. I rischi per i passeggeri per fortuna sono limitati, i sistemi di sicurezza infatti si attivano istantaneamente in caso di furto dei cavi fermando i treni. I danni quindi risultano essere sopratutto economici e di disagio per gli utenti.
Secondo il Gruppo FS Italiane nel periodo Gennaio-Settembre del 2014 in Lazio e Campania, le due regioni più colpite, i furti di rame hanno coinvolto rispettivamente 1597 e 1299 treni causando 22 e 12 giorni di ritardi. Nello stesso periodo sono stati rubati 495.160 kg di rame di cui 35.447 in deposito con danni diretti e manutentivi pari a 5.500.000 €, mentre nel triennio 2011/2013 sono stati rubati 271.561 Kg per un danno di 31.500.000 €.
Per contrastare il fenomeno RFI si è attivata sostituendo il rame con alluminio, alluminio-acciaio e materiali alternativi meno pregiati, isolando il rame con strutture di cemento recinzioni e blindature, ampliando i sistemi di allarme e videosorveglianza e spingendo per la costituzione del Consorzio per la tracciabilità del rame.
Inoltre essendo un problema internazionale è coinvolta anche la Colpofer, associazione mondiale che riunisce le varie polizie ferroviarie, nella quale copre un ruolo importante la PolFer nel promuovere azioni congiunte. Il rame infatti viene rubato per essere esportato all’estero. Dopo il furto viene consegnato ai grossisti o rottamai, fuso, trasformato in barre e reso così irrintracciabile viene spedito oltre confine verso un mercato piuttosto ampio che va dall’Europa dell’est fino alla Cina e all’India.
Nonostante le difficoltà ad arginare il fenomeno i risultati non sono mancati: sono stati recuperati 191.703 kg di rame trafugato, sono state indagate 802 persone di cui 171 arrestate.

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