Condannati a 6 mesi di reclusione due writers sorpresi ad imbrattare treni




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Immagine di repertorio di un treno della M3 vandalizzato - Foto Atm

Immagine di repertorio di un treno della M3 vandalizzato
Foto Atm

Sono stati condannati dal Tribunale di Milano a 6 mesi di reclusione e al risarcimento dei danni, più la rifusione delle spese legali, i due bombolettari, il primo di origine tedesca, il secondo di origine turca, rispettivamente di 23 e 29 anni che il 18 maggio del 2014 si erano introdotti nel deposito di San Donato, con l’intento di imbrattare dei treni della linea M3 della metropolitana di Milano.
Gli uomini della sicurezza Atm, durante il giro di ispezione, accortii di alcuni movimenti sospetti e del un forte odore di vernice hanno sorpreso i due ragazzi mentre stavano imbrattando un treno trovando vicino a loro 15 bombolette spray, due macchine fotografiche e una videocamera, appartenenti ai due giovani. Fermati e a chiamata nel frattempo le forze dell’ordine sono stati identificati dalla Polizia di Stato e, a seguito di denuncia Atm e successive indagini a cura della Polizia locale, è partito l’iter processuale che ha portato alla loro condanna.
Si tratta di una sentenza significativa. Una battaglia che, grazie alla sinergia tra tutti i soggetti in campo (Atm, Comune di Milano, Forze dell’Ordine, Procura) e all’impegno del magistrato Elio Ramondini, oggi sta portando i frutti sperati: il numero di condanne sia in campo civile, sia in campo penale, sono aumentate, con tempi dei processi molto più rapidi, e gli imbrattamenti sono diminuiti. Finalmente si è lanciato l’importante messaggio che anche su questi tipi di reati vi è una certezza della pena.
Dal 2012 l’attività di Atm, sia sul fronte dei controlli e della sicurezza, sia sul fronte dell’attività legale, si è di molto intensificata. Le denunce effettuate sono state circa 75, con un sensibile calo nell’ultimo anno grazie non solo alla riduzione degli eventi, ma anche all’azione sinergica fra Procura della Repubblica, Forze dell’Ordine, Comune di Milano e l’Azienda stessa, caratterizzata da un più efficace modo di procedere in sede di indagini (da quanto riferito dalla stessa Polizia Locale si è infatti provveduto a risalire ai responsabili degli imbrattamenti sulla base di classificazioni delle varie “tag”), da un’azione penale tempestiva ed efficace, nonché da una procedura interna precisamente codificata che consente una accelerata nella quantificazione dei danni da imbrattamento a mezzi e infrastrutture allo scopo di chiedere e ottenere l’immediato risarcimento.
Su specifica richiesta del Comune di Milano, parte lesa nel processo, il Giudice ha disposto la confisca dei beni sequestrati e l’assegnazione al Comune per destinarli ad attività di educazione alla legalità finalizzata al contrasto agli imbrattamenti.
La sentenza dell’1 febbraio è quindi rilevante per diversi profili. Non solo, infatti, il Giudice ha riconosciuto la legittimazione del Comune a costituirsi parte civile, ma ha anche riconosciuto il danno d’immagine (con risarcimento danni da quantificarsi in sede civile) e, per la prima volta, ha accolto la richiesta di Palazzo Marino di assegnazione dei beni sequestrati.
Il Nucleo anti writer della Polizia locale è quotidianamente impegnato nel contrasto a questa forma di vandalismo. Solo nelle prime 5 settimane del 2016 e solo per quanto riguarda il danneggiamento di mezzi Atm, sono stati identificati 10 writers, 6 sono stati indagati e, di questi, 2 arrestati.
Quanto all’impegno di Atm, a partire dal mese di agosto 2012, l’Azienda ha avviato un programma di azioni mirate a contrastare ancor più incisivamente gli atti vandalici sul patrimonio aziendale. Dall’inizio dell’attività anti-writers, quindi dal 2012, il numero di attacchi e gli imbrattamenti riusciti sono in assai netta riduzione. Oltre alle attività di sorveglianza, l’impegno di Atm si sviluppa sulla protezione dei mezzi attraverso l’applicazione di pellicole antigraffio e antivandalismo per consentire una più facile rimozione delle vernici e degli sfregi.

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