Pioltello e ferrovie in Italia: stop a chiacchiere e sciacalli




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Il luogo dell'incidente ferroviario di Pioltello - Immagini Polizia di Stato

Il luogo dell’incidente ferroviario di Pioltello
Immagini Polizia di Stato

Il lento sibilo di un treno in viaggio tra le prime luci del mattino ed all’improvviso lo stridente rumore di lamiere che si piegano, pali abbattuti, binari divelti. E a seguire quei brevissimi ed eterni pietrificanti attimi di silenzio misti all’odore di metallo e terra smossa prima che si scateni il panico, le urla e l’immediato rimboccarsi di maniche dei sopravvissuti e dei primi soccorritori. Purtroppo non è il copione di un film catastrofico, ma quanto realmente accaduto questa mattina alle 6.57 nei pressi della stazione di Pioltello, estremo hinterland milanese, in quegli interminabili secondi che hanno drammaticamente sconvolto il treno R 10452 Cremona-Milano di Trenord, sviato a 140km/h con il suo carico di pendolari e le loro vite fatte di speranze, desideri, sogni e pensieri.
Era una normale giornata di lavoro, di scuola, di vita, quella iniziata a bordo di quelle 6 carrozze MDVC e che per oltre 350 viaggiatori si è drammaticamente interrotta alle porte di Milano con un bilancio drammatico di 3 morti (dato che ci si augura possa restare questo) ed oltre 50 feriti.
Nei drammatici momenti successivi all’incidente, mentre le notizie si accavallavano tra le testimonianze confuse ed imprecise che giungevano attraverso i social, le informazioni trasmesse dalle prime squadre di soccorritori giunte sul posto ed i primi collegamenti dei grandi network, è iniziata la girandola di ipotesi sul motivo dell’incidente.
Casualità o da un nefasto concatenarsi di eventi? Guasto al treno o problema all’infrastruttura? Ed improvvisamente, tutti, ci siamo scoperti ingegneri, esperti di ferrovie, complottisti e sempre con la soluzione pronta ed ovviamente quella giusta. O forse più semplicemente ognuno di noi potrà si avere un’idea, farsi un’opinione, ma saranno gli inquirenti, gli esperti, dopo le opportune indagini e verifiche ad appurare la causa e a spiegare perché uno dei mezzi di trasporto più sicuri sia potuto diventare, per tre passeggere, causa della loro drammatica morte.
Il “treno killer”, come qualcuno molto probabilmente si sentirà in dovere di affermare. Un titolo sicuramente ad effetto che può fare efficacemente colpo nel pensiero collettivo ma che non rispecchia la realtà e non reca affatto giustizia. Additare il sistema ferroviario come un qualcosa di pericoloso è scorretto dal punto di vista intellettuale ed umano.
Inutile stare a sciorinare numeri e percentuali per dimostrarlo o cercare di giustificare o motivare come il trasporto su ferro sia più sicuro e comporti meno rischi. Basta un solo dato. Quasi 4000 vittime di incidenti stradali ogni anno contro le circa 160 vittime nel 2016, “annus horribilis” per il trasporto ferroviario dopo il drammatico incidente di Corato.
Quanto accaduto oggi dimostra ancora di più quanto sia necessario, indispensabile investire sulle ferrovie. È fondamentale continuare a farlo, far confluire risorse per proseguire la manutenzione, il rinnovamento e il potenziamento sia dal punto di vista dell’infrastruttura che del parco rotabile. Non solo per una questione di comfort o per innalzare il già alto livello di sicurezza delle ferrovie italiane, ma per continuare a garantire l’efficienza e la piena e perfetta funzionalità dei servizi ferroviari regionali.

A seguito dell’incidente la circolazione ferroviaria sulla tratta resta interrotta finché l’Autorità Giudiziaria non disporrà il dissequestro dell’area teatro dell’incidente.
Sono stati attivati servizi sostitutivi a carattere regionale da Trenord fino alla riattivazione della circolazione.
I viaggiatori sono autorizzati a utilizzare i mezzi ATM con titolo di viaggio Trenord. La fermata consigliata è Cassina de’ Pecchi sulla linea verde M2. Tra le stazioni di Cassina de’ Pecchi M2 e Treviglio è stato istituito un servizio di autobus sostitutivi con fermate intermedie a Cassano d’Adda, Trecella, Pozzuolo Martesana, Melzo, Vignate.
Da Treviglio per raggiungere Brescia, Verona e le stazioni intermedie è possibile prendere i treni regionali, che circolano solo fra Brescia e Treviglio.
Per raggiungere Bergamo è possibile utilizzare la linea Milano-Bergamo via Carnate o raggiungere Treviglio con i bus sostitutivi e poi prendere i treni della linea Bergamo-Treviglio.
Per raggiungere Cremona è possibile utilizzare la linea Milano Mantova. Da Cremona per le destinazioni intermedie è possibile prendere i treni della linea Brescia-Cremona o Treviglio-Cremona.
I treni delle linee S5 Varese-Milano-Treviglio e S6 Novara-Milano-Treviglio arrivano e partono da Milano Porta Garibaldi superficie.
I treni a lunga percorrenza della trasversale padana tra Milano e Venezia (i binari interessati riguardano la Milano-Brescia sia in Linea Lenta che AV) percorrono l’itinerario alternativo via Bologna-Verona con allungamenti dei tempi di viaggio fino a 150 minuti.

Cordoglio ai familiari delle vittime e ai feriti è giunta da parte della Presidente del Gruppo FS Italiane, Gioia Ghezzi, dall’Amministratore Delegato Renato Mazzoncini, assieme al Consiglio di Amministrazione e dai vertici delle principali Società controllate, RFI, Trenitalia, Trenord.

Anche l’intera redazione della Gazzetta dei Trasporti si unisce al cordoglio manifestando la piena e viva vicinanza alle persone coinvolte.

E’ stata una scelta precisa non voler seguire in tempo reale quanto stava accadendo sui binari tra Brescia e Milano. Come accadde in occasione del drammatico incidente di Viareggio anche adesso cercheremo di fornire essenzialmente informazioni di carattere tecnico e di servizio prevalentemente attraverso i canali social.

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