Fondazione FS recupera lo scartamento ridotto siciliano




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Un carro cisterna a scartamento ridotto nel DL di Castelvetrano - Foto Fondazione FS

Un carro cisterna a scartamento ridotto nel DL di Castelvetrano
Foto Fondazione FS

Avviato da fine 2015 un importante progetto di restauro di trenta rotabili tra carri (merci, cisterne, gru, trasbordatori) e automotrici, quasi tutti a scartamento ridotto, stazionati presso il Deposito Locomotive di Castelvetrano, in provincia di Trapani.
Gli ultimi rotabili FS a “scartamento ridotto”, rappresentano un patrimonio ferroviario unico per la tecnica e la storia delle Ferrovie italiane.
Trenitalia Cargo, proprietaria dei rotabili, ha presentato un programma di recupero, redatto con la supervisione e il coordinamento della Fondazione FS.
Il progetto è stato approvato dalla Soprintendenza Beni Culturali di Trapani in quanto i rotabili, rivestendo un notevole valore storico, sono tutelati ai sensi del vigente “Codice dei Beni Culturali”.
Questo recupero si inserisce nella più ampia azione di tutela e valorizzazione del proprio Patrimonio storico grazie alle iniziative della Fondazione FS.
Tutti gli interventi sono resi possibili attraverso il supporto logistico di RFI Direzione Territoriale Produzione Palermo che ha fornito gli spazi della ex squadra rialzo a scartamento ridotto, recentemente messa in sicurezza con interventi sull’armamento a scartamento 950 mm.
Le attività sono svolte da giovani artigiani siciliani, coinvolti da Trenitalia Cargo grazie alla Associazione convenzionata con la Fondazione FS Ferrovie Kaos di Agrigento.
Il supporto operativo in loco è garantito dalla Direzione Regionale Sicilia di Trenitalia con la collaborazione dei volontari dell’Associazione Treno Doc Palermo.
Le ferrovie a scartamento ridotto si sono diffuse in Italia tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 sulle linee secondarie.
I criteri di economia adottati per la loro realizzazione (come raggi di curvatura stretti e percorsi tortuosi, in modo di evitare la costruzione di ponti e gallerie e conseguire economie nella realizzazione dei tracciati ) ne decretarono una precoce fine, a partire dal 1960, a causa degli elevati oneri di manutenzione dell’infrastruttura e delle ridotta velocità di marcia.
La ferrovia Castelvetrano – Porto Empedocle, inaugurata nel 1923, è stata chiusa, nel suo ultimo tratto da Castelvetrano a Ribera, il 31 dicembre 1985.
La particolare bellezza del tracciato, che attraversa il Parco Archeologico di Selinunte, costeggia la riserva Naturale della Foce del fiume Belice e la splendida costa di Porto Palo di Menfi, possiede un forte potenziale turistico.
Il progetto si innesta in un più grande disegno della Fondazione FS per il recupero e valorizzazione turistica delle ferrovie dismesse, nell’ambito del Disegno di Legge attualmente in discussione in Parlamento.

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