Ferrovie del Sud Est, pesa l’assenza della Regione Puglia




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ATR220 delle FSE in sosta a Lecce - Foto Gabriele Palmieri

ATR220 delle FSE in sosta a Lecce
Foto Gabriele Palmieri

Nel bel mezzo del dramma delle Ferrovie Sud-Est (v. articolo) il loro commissariamento (v. articolo) verrà prorogato fino a fine 2017, ma, nel frattempo, il Ministero delle Infrastrutture si aspetta che la Regione Puglia faccia passi sostanziali per confermare la sua volontà di acquisire la società.
La Regione infatti non ha finora manifestato ufficialmente la volontà di subentrare nella proprietà FSE. La scelta locale, così come è stato a suo tempo per Acquedotto Pugliese, è considerata quella naturale anche dal governo. La sensazione tuttavia è che da parte della Giunta Emiliano ci sia una sostanziale freddezza: gli ultimi contatti ufficiali risalgono ad oltre due anni fa, e da allora non c’è più stata alcuna interlocuzione sul futuro.
I rapporti tra il ministro Graziano Delrio e il presidente Michele Emiliano sono improntati alla massima cordialità, tuttavia dal MIT fanno notare che la Regione non ha inteso collaborare con la creazione della struttura di gestione straordinaria delle Sud-Est non avendo voluto designare un proprio uomo per affiancare il commissario Andrea Viero tanto che il sub-commissario Domenico Mariani è stato indicato dal sindaco di Bari, Antonio Decaro.
Su quest’ultimo punto, però, la Regione ha una propria linea volta a non immischiarsi in atti di gestione delle Ferrovie Sud-Est. Partecipare al commissariamento poteva suonare come una condivisione di scelte che Bari non ha mai voluto assecondare e dunque, dicono dalla Regione, la posizione non cambia: la Puglia è disponibile a ragionare dell’acquisizione della società, ma non a farsi carico dei debiti che sono invece di competenza dello Stato.
In tutto questo si innesta la partita del rilancio, perché se la partita de trasferimento di proprietà dovrebbe essere breve, quella del risanamento, invece, potrebbe avere tempi lunghi. Il commissario Viero infatti negli scorsi giorni ha presentato ai sindacati la bozza del piano industriale, documento in cui è tratteggiata la possibile evoluzione della gestione societaria: in due anni è previsto il risanamento finanziario con il pagamento dei debiti pregressi, poi si potrà pensare al rilancio e allo sviluppo dei servizi. E’ stato ipotizzato il potenziamento dei collegamenti su ferro a fini turistici, oltre che l’avvio di servizi di trasporto merci che dovranno andare di pari passo con le azioni di razionalizzazione e con il nuovo piano di investimenti. Ci sono, d’altro canto, da assumere anche decisioni sul futuro dei servizi su gomma che per FSE pesano più del ferro e che tra due anni dovranno essere messi a gara dalla Regione. Al momento va messa in conto anche l’ipotesi che le FSE debbano dismettere i bus o che debbano rinunciare a una parte sostanziale delle percorrenze.
La strada è ancora molto in salita, ma istituzioni e soprattutto utenti e dipendenti FSE auspicano un lieto fine per la più lunga ferrovia in concessione di Italia, infrastruttura tra l’altro nevralgica per il Salento e il turismo.

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